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Psicoterapia di gruppo

Cos’è la Psicoterapia di gruppo?

La psicoterapia di gruppo è un tipo di terapia che pone il suo focus sulle dinamiche che si attivano all’interno di un gruppo di persone. Il gruppo nasce intorno ad un obiettivo o una difficoltà comune a tutti i partecipanti, e persegue l’obiettivo di un ascolto ed un aiuto reciproco.

Affinché la psicoterapia di gruppo funzioni è importante che vi siano “reciprocità“, “scambievolezza” e “confronto” tra i componenti. Saranno proprio lo scambio reciproco ed il confronto non giudicante a conferire a questa esperienza un carattere terapeutico e curativo.

Il gruppo, infatti, è sia un complesso di individualità distinte che un “organismo” unico capace di stimolare una catarsi di importanti procedimenti di cambiamento.

Chi ha studiato per primo la possibilità di una psicoterapia in gruppo?

In ambito psicoanalitico, il primo a studiare le vicende psichiche dei gruppi fu S. Freud nel 1921, quando descrisse l’insight e le reazioni di transfert. Tuttavia si limitò al solo studio teorico del funzionamento dei gruppi e delle masse nel saggio “Psicologia delle masse e analisi dell’Io”.

Chi in seguito applicò questi principi nella pratica clinica fu Trigant Burrow (1927); egli coniò il termine “analisi di gruppo” riferendosi alla terapia analitica in setting di gruppo.

Un’altra figura determinante nello studio dei gruppi è quella di Kurt Lewin, che nel 1947 ha introdotto il concetto di “campo”. Egli sosteneva che il gruppo fosse più che l’algebrica somma dei singoli individui che lo compongono; ed è a lui che dobbiamo il termine, tutt’ora utilizzato, di “dinamica di gruppo” quando ci riferiamo ai movimenti psicologici che riguardano l’intero gruppo. La sua opera ha fatto da “apripista” per molti metodi di intervento sui piccoli gruppi e sulle comunità, ma anche sulle organizzazioni.

Perché nasce la psicoterapia di gruppo?

Wilfred Ruprecht Bion
Wilfred Ruprecht Bion

In Inghilterra la terapia di gruppo si è sviluppata molto a partire dalla seconda metà del ventesimo secolo; nacque dalla necessità di curare un gran numero di militari che soffrivano per i traumi della guerra. Nel 1961 Wilfred R. Bion, esponente di spicco del Tavistock Institute di Londra, teorizzò che il gruppo avesse una vita mentale indipendente, con dinamiche proprie e complessi stati emotivi. Quell’anno scrisse Esperienze nei gruppi, testo che rappresenta il suo tentativo di studio dei rapporti che si istituiscono in qualsiasi formazione sociale e gruppale. Sulla scorta dell’esperienza fatta con i gruppi di militari, Bion distinse tra aggregato e gruppo. Il primo è l’insieme di individui oggettivamente e direttamente osservabile, mentre il secondo è il prodotto dell’attività mentale tipica di un aggregato di persone.

Riprese cioè le opere teoriche e pratiche dei suoi predecessori, le integrò con la sua esperienze e le sue intuizioni, e ne fece una vera e propria corrente di pensiero per la moderna psicoanalisi.

Come faccio a scegliere tra psicoterapia di gruppo e individuale?

Ciascuna persona sente, quando decide di affrontare e risolvere una determinata problematica, un’affinità o una difficoltà con la condivisione in gruppo. In qualche modo è l’idea di “gruppo” che ognuno ha dentro di sé ad incidere sulla scelta del setting terapeutico più opportuno; ma ci sono comunque delle differenze che è bene sapere per poter fare una buona esperienza terapeutica.

psicoterapia di gruppo

Qual è la differenza?

  1. Il setting. Può sembrare banale rimarcarlo, ma essere da soli con il terapeuta o essere in un gruppo è una differenza sostanziale. Ciascuno può facilmente immaginare quanto, per sua inclinazione naturale, possa sentirsi più a suo agio in una situazione piuttosto che nell’altra.
  2. Il tempo. Un gruppo che lavora bene facilita e velocizza il cambiamento degli stili comportamentali che minano il benessere interiore. È altrettanto vero però che il setting individuale consente, grazie ad una maggiore intimità, una maggiore emersione dei vissuti emotivi inconsci che sono alla base di molti comportamenti disadattivi.
  3. Le relazioni. Il gruppo agevola la formazione di una rete di relazioni che consentono, in un ambiente protetto, sia di riflettere sul proprio modo di sentire e vivere l’altro sia di sperimentare nuove modalità relazionali sempre più adattive. Il vantaggio è di riflettere su di sé insieme ad altri, e da essi attingere sostegno, motivazione al cambiamento, comprensione e calore. Portare i progressi fatti nella propria quotidianità risulta più immediato e naturale.
  4. Ambiti di intervento. Premesso che in questa sede si vuole “solo” tracciare delle linee guida di massima, e che la migliore valutazione personale può essere solo fatta de visu insieme al terapeuta a cui ci si affida, proviamo a dare delle indicazioni che possono tornare utili. La psicoterapia di gruppo trova la sua migliore applicazione nel trattamento di quelle difficoltà le cui cause sono già semi-elaborate ad un livello cosciente, a maggior ragione quando esse afferiscono alla sfera comportamentale e relazionale. La psicoterapia individuale invece risulta più utile quando le cause del disturbo avvertito sono ancora inconsce; quando il lavoro cioè richiede una profondità esplorativa ed un’intimità spiccata.
  5. L’efficacia. Entrambi gli approcci risultano molto efficaci nella specificità del proprio ambito di intervento.

Quanto costa?

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Lo studio del dr. Cirillo si impegna ad applicare le tariffe minime previste per tutta la durata dell’emergenza Covid 19.

Distanziati, non DISTANTI!

Dr. Angelo Cirillo
Psicologo Psicoterapeuta

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