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Depressione

Che cos’è la Depressione?

La Depressione è un Disturbo dell’Umore. Nella sua forma più grave viene definita come Depressione maggiore.

Nella persona depressa mancano le normali variazioni dell’umore, il tono è fisso verso il basso, ed impedisce una corretta risonanza emotiva; ne consegue un blocco ideativo su pensieri e modalità decisionali solo di un certo tipo. È evidente che in una condizione di questo tipo anche la razionalità risulta inficiata, e l’ansia e le paure che sopraggiungono fanno il resto.
Sia ben chiaro, un episodio depressivo non coincide necessariamente con una Sindrome Depressiva; è lecito essere tristi e depressi dopo un lutto o una perdita importante, ma se questo stato dell’umore diventa intenso e perdura per almeno sei mesi, allora la faccenda cambia.

E cos’è l’umore?

In sostanza, l’umore è lo stato d’animo persistente che caratterizza le persone per un dato periodo. Di solito è flessibile e mai troppo intenso. Ciò vuol dire che a seguito di eventi o situazioni piacevoli, si alza dando la sensazione di gioia ed euforia; mentre flette verso il basso, suscitando tristezza e angoscia, in situazioni negative e spiacevoli. È per questo che il tono dell’umore è un elemento tanto importante quando dobbiamo prendere decisioni o dare il giusto significato agli eventi. In questi processi non utilizziamo solo il ragionamento e la logica; piuttosto facciamo la scelta che emotivamente sentiamo migliore, non la più logica ma quella più adatta a noi.

depressione adolescenziale

Quali sono i sintomi di una Sindrome depressiva?

I sintomi che consentono di diagnosticare una Sindrome depressiva vanno cercati in diverse aree della vita psichica della persona che ne è affetta.

Area emotiva ed affettiva

Umore depresso e marcata tristezza quotidiana; la sensazione è che la persona sia lacerata da un profondo dolore di vivere, che le impedisce di godersi tutto ciò che prima cercava con piacere. Dalle relazioni sociali all’attività sessuale sono tutte impregnate da sentimenti di impotenza e disperazione, dal senso di colpa e di vergogna.

Area cognitiva

Pensieri negativi su di sé, sul mondo e sulla vita, aspettative catastrofiste ed, in alcuni casi, idee suicide; una ridotta capacità di concentrazione a causa di elevata distraibilità o difficoltà di memoria. Si pensa spesso agli errori commessi nel passato, e gli eventi quotidiani vengono interpretati come prova della propria incapacità.

Area psicomotoria e neurovegetativa

Sonno disturbato, perché aumenta o diminuisce in maniera anomala, la riduzione o l’aumento dell’appetito, un rallentamento dei movimenti e dell’eloquio o al contrario agitazione psicomotoria.

depressione e isolamento

Area corporea

È possibile inoltre che in alcune situazioni particolari, una Sindrome depressiva possa esprimersi mediante il corpo, con una marcata affaticabilità o somatizzazioni di vario genere, magari anche senza il tipico abbassamento del tono dell’umore; a prevalere in questi casi sono i sintomi somatici (dolori diffusi, disturbi gastrointestinali, cefalea, stanchezza persistente o altri).
Questa conformazione spesso si presenta nei bambini o in quelle persone che tendono ad esprimere poco verbalmente i propri vissuti emotivi, e che prediligono l’agire al dire.

Esistono altre patologie che assomigliano alla Depressione?

Come abbiamo già detto, avere l’umore depresso non vuol dire necessariamente soffrire di una Sindrome depressiva. Ciò, oltre al suo significato intrinseco, vuol dire anche che sono diverse le sfumature con cui può manifestarsi un calo dell’umore; ne consegue che altrettanto sfumate possono essere le Sindromi che potenzialmente possono svilupparsi.
Tra le configurazioni più diffuse ci sono senz’altro il Disturbo distimico, o Distimia, che presenta sintomi simili ai precedenti ma di intensità più lieve; i Disturbi bipolari, caratterizzati dall’alternarsi di stati depressivi e stati di agitazione euforica (maniacali); la Depressione Post-Partum, che colpisce tra il 7% ed il 12% delle donne circa 6-12 settimane dopo il parto, ed il Disturbo disforico premestruale.

È possibile confonderle tra loro?

No, perché hanno quadri clinici ben precisi e diversi tra loro. Ci sono però casi in cui un effetto di una Sindrome depressiva può essere travisato come disturbo primario. Ne sono esempi sia l’ansia derivante dai sentimenti di inferiorità e di incapacità, sia l’angoscia ipocondriaca correlata alle aspettative catastrofiste rispetto alla propria salute. Entrambe queste situazioni, in assenza di altri tratti depressivi distintivi, possono fuorviare il clinico dal diagnosticare una Sindrome depressiva, e indurlo a optare per un quadro relativo solo alla sintomatologia mostrata.

depressione apatia

I dati ISS

Dai dati relativi al triennio 2016-19 dell’Istituto Superiore di Sanità emerge che in Italia il 6% degli adulti riferisce sintomi depressivi e percepisce compromesso il proprio benessere psicologico. È anche vero che questo dato però sia in lenta ma costante diminuzione.
I sintomi depressivi sono più frequenti man mano che avanza l’età, nelle donne (7%), nei ceti con molte difficoltà economiche(14%), tra chi ha una bassa istruzione e non ha un lavoro regolare continuativo (8%), fra chi riferisce almeno una diagnosi di patologia cronica (13%) e fra chi vive da solo (8%).
Solo il 61% degli interessati ricorre all’aiuto di qualcuno, rivolgendosi soprattutto a medici e operatori sanitari.
In Regioni come il Molise, la Campania, la Sardegna e l’Umbria si registrano prevalenze più alte di persone con sintomi depressivi.

Perché mi sento depresso?

La depressione può colpire chiunque in un qualunque momento della vita. Le ricerche concordano che spesso ci sia una perdita importante alla base del disturbo. Tuttavia le cause restano molteplici e diverse da persona a persona. Sembrano essere principalmente 3 i fattori causa della Depressione.

Fattori biologici

Alterazioni dei neurotrasmettitori, degli ormoni e del sistema immunitario. I neurotrasmettitori principalmente indagati sono la noradrenalina e la serotonina, poiché possono incidere sullo spirito d’iniziativa, sul sonno, sui pensieri e sulle interazioni con gli altri.

Fattori psicologici e sociali

Eventi stressanti come i lutti, i conflitti, le malattie, le perdite o i cambiamenti inaspettati, sono spesso fattori scatenanti. A maggior ragione se si hanno alle spalle esperienze infantili avverse che hanno impedito lo sviluppo della resilienza necessaria per affrontarli efficacemente.
Difatti, dalla nascita in poi il bambino vive molti momenti di dolore emotivo che però, se bilanciati da altrettanti momenti buoni, sono funzionali alla crescita.
Quando invece le cose non vanno per il meglio, le vicende depressive infantili è possibile che lascino fragilità strutturali nella psiche dell’individuo. In questi casi può svilupparsi una depressione infantile, oppure tali fragilità possono rimanere silenti fino alla vita adulta, quando in occasione di particolari eventi scatenanti si crepano e l’individuo soccombe alla pressione.
Ciò che può rendere patologica questa situazione è la sua qualità, l’intensità e la durata nel tempo: la depressione diventa malattia quando pervade la psiche dell’individuo determinandone una significativa diminuzione della qualità di vita.

depressione infantile

Fattori genetici e fisiologici

Geneticamente si eredita la predisposizione a sviluppare il disturbo e non il disturbo vero e proprio.

Come si cura la Depressione?

La prima cosa da fare è quella di chiedere aiuto allo psicologo o al medico.
È importante, infatti, agire sin da subito per una diagnosi precoce ed una risoluzione efficace. Comprendiamo, tuttavia, che non è sempre facile; chi prova questo tipo di sensazioni spesso tende ad ascoltare quella parte di sé che preferisce nascondere, nella speranza illusoria che “tanto poi passa”, e alla fine potrebbe cedere all’idea che “tanto è tutto inutile”.
E invece se c’è una certezza sulla Depressione, beh quella è che si può sempre gestire. Occorre solo tempo, le figure giuste ed un approccio mirato che valuti caso per caso se unire il trattamento farmacologico al trattamento psicoterapeutico, o usarli singolarmente.

Sono necessari i farmaci per curarmi?

La terapia con antidepressivi agisce sui sintomi ed è necessaria quando la loro gravità inibisce la vita sociale, lavorativa e affettiva. Se però ci sono le condizioni, e si vuole risolvere il problema alla radice, è necessario avviare parallelamente una psicoterapia che aiuti a sciogliere i conflitti inconsci scatenanti.
D’altro canto, nei casi di Depressione nevrotica, cioè quando i sintomi sono più lievi, può bastare anche solo fare una buona psicoterapia.
Ecco perché muoversi prima e meglio risulta così importante.

farmaci antidepressivi

Come posso aiutare una persona depressa?

Innanzitutto è necessario accettare la malattia. Comprenderne la gravità e non sottovalutarla è il primo passo per chiarirsi le idee sul da farsi. Essere consapevoli che si tratti di una malattia vera e propria aiuta a gestire la propria emotività davanti alla scarsa igiene o all’apparente pigrizia.
Vergognarsi o arrabbiarsi perché il nostro caro non esce più, non si lava, ha un aspetto trasandato o trascorre le sue giornate a letto senza fare nulla, non è funzionale.

È utile invogliarlo ad uscire?

È necessario avere sempre in mente che questo comportamento non è sotto il suo controllo, ed è perciò inutile forzare il paziente all’attività, invece è bene fargli sentire che lo comprendiamo e che lo accompagniamo in quel poco che riesce a fare.
Occorre cioè dare spazio alla sofferenza e accogliere il malato nella sua condizione; solo così è possibile avere qualche chance che si apra, riconosca e comunichi di avere un problema. Ciò farà si che possa accettare anche una cura.
Al contrario, gli svariati tentativi di attivarlo risultano inutili, e soprattutto dannosi; il depresso, davanti a tutti gli sforzi compiuti e all’inefficacia degli stessi, si convince sempre di più di essere inutile e senza speranza.

depressione cosa fare e cosa non fare

Quando è necessario contattare lo psicologo?

Meglio sempre confrontarsi quanto prima con uno specialista, e insieme a lui trovare la strategia più adatta.
Nel frattempo, ciò che è davvero importante è la nostra presenza: stiamogli vicino, anche in silenzio, deve sentire che ci siamo anche se apparentemente non può darci nulla in cambio. La cura spesso è lunga, ma se si tiene duro, alla fine i risultati pagano.

Dr. Angelo Cirillo
Psicologo Psicoterapeuta

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